L’emergenza coronavirus non sta colpendo unicamente la salute di migliaia di famiglie (a cui mostriamo la nostra vicinanza). Purtroppo, sta causando anche enormi danni ai mercati e alle industrie dell’energia, con impatti che potrebbero proiettarsi solo nel lungo periodo.
L’OCSE l’ha definita come “una minaccia senza precedenti per l’economia mondiale”. Non solo, l’OCSE ha tagliato le stime sulla crescita nel 2020 di 0,5 punti percentuali (dal +2,9% al +2,4%), rispetto a quanto previsto nell’Economic Outlook di novembre. Il rischio maggiore, ma reale, è che le cose possano andare ancora peggio: che si entri in una nuova fase di recessione.
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Sei sono le variabili nell’economia del petrolio che, a cerchi concentrici, ne saranno più colpite: prezzi, domanda, produzione, investimenti, competitività intrafuel; economie produttrici/consumatrici. Il primo cerchio è quello dei prezzi. In sole sei sedute (quelle dal 20 al 28 febbraio) il Brent Dated, in parallelo ai mercati azionari, è crollato del 15% (da 59,3 a 50,5 doll/bbl). La stessa cosa è accaduta per il gas naturale. Fino al 9 marzo quando ha subito un improvviso crollo del 24% a circa 35 dollari al barile. Questo per la “guerra dei prezzi” innescata dall’Arabia Saudita in risposta al rifiuto della Russia di aderire alla decisione dell’Opec di ridurre la produzione di 1,5 mil. bbl/g.
È difficile stimare quale sia il livello di tenuta dei prezzi al ribasso. La difficoltà è data dalla molteplicità di fattori che lo influenzano e sono tra loro interdipendenti. Nel contro-shock del 2014 si toccò un minimo sui 25,0 doll/bbl (dai 110 di partenza). Per poi oscillare nel range 45,0-55,0 sino alla seconda metà del 2017 e risalire con la ripresa della domanda.
Gli effetti del Coronavirus sui mercati
Mercato elettrico
Nel mese di febbraio il Pun, pari a 39,30 €/MWh, scende ai minimi da settembre 2016, registrando una contrazione del 17,2% su gennaio e del 31,8% sul 2019. A fronte di un calo annuale dei volumi complessivamente contrattati nel MGP (24,0 TWh, -1,8% sul 2019) e di quelli transitati in borsa. La liquidità del mercato si conferma sostanzialmente stabile poco sotto il 77%. Mentre a livello zonale, flessioni annuali attorno al 30% per tutti i prezzi di vendita che mostrano una generalizzata maggiore convergenza. 38/40 €/MWh per penisola e Sardegna, 43 €/MWh per la Sicilia. Il Mercato a Termine dell’energia elettrica rivede ancora al ribasso le quotazioni, con il baseload relativo a Marzo 2020 che chiude a 40,95 €/MWh (-8,1%). Ancora in calo le transazioni registrate nella Piattaforma Conti Energia a termine (PCE).
Mercato del gas
A febbraio, parallelamente all’emergenza Coronavirus, i consumi di gas naturale in Italia, al quarto calo consecutivo, si portano a ridosso dei livelli più bassi da oltre dieci anni per il mese in analisi (-9,4%). La flessione appare diffusa e consistente nei tre principali settori di distribuzione. In un contesto caratterizzato da clima mite rispetto alla media del periodo, da una minore domanda di energia elettrica, combinata ad un forte aumento delle importazioni dall’estero, e da un comparto industriale in ulteriore indebolimento. Sul lato dell’offerta tali fenomeni hanno indotto un’intensa contrazione delle importazioni di gas tramite gasdotto (-13%). E una variazione meno significativa dei flussi tramite rigassificatori GNL (-1%). In diminuzione, inoltre, le erogazioni dai siti di stoccaggio (-6%) e la produzione nazionale (-19%).
Segno positivo, invece, per le esportazioni (+26%), comunque su valori bassi. Nei mercati a pronti del gas gestiti dal GME i volumi negoziati aggiornano per il secondo mese consecutivo il massimo storico (9,9 TWh). Più che raddoppiati rispetto allo scorso anno, con una quota sulla domanda totale che si riporta sopra il 12% (+7 punti percentuali). La crescita è ancora trainata dagli scambi sui mercati title, nei quali i nuovi comparti AGS hanno rappresentato complessivamente il 35% del totale contrattato; si confermano in calo, invece, i volumi scambiati su MGS. Le quotazioni a pronti scendono tutte ai minimi storici, in linea con il riferimento al PSV (10,80 €/MWh). Le contrattazioni sul mercato a termine del gas (MT-Gas) salgono a 122 mila MWh, concentrate sui prodotti mensili.
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